IN FAMIGLIA 1967
10 Marzo 1967
Don Paolo risponde
Carissimi aspiranti,
Rispondo con notevole ritardo alla vostra lettera, ma so già in antecedenza che voi mi scuserete e mi perdonerete. La vostra lettera mi ha fatto tanto piacere e mi ha fatto ricordare le giornate passate insieme al circolo e sulle Dolomiti. Il ricordo delle chiacchierate, dei giochi, delle passeggiate (che quasi sempre erano accompagnate da un acquazzone e da una caduta melodrammatica di Paolo Barbieri), mi fa sentire ancora di più la differenza della vita fanese dalla mia attuale vita “brasiliana”.
Voi già sapete che mi trovo in una parrocchia di periferia, poverissima, un po’ più popolosa di tutta la diocesi di Fano e siamo solo in due preti! Ci sono mille cose da fare, c’è sempre da correre, con una bicicletta che pesa 30 kg, su e giù per le salite e le discese piene di buche, con questo caldo terribilmente sempre uguale.
Non dovete però pensare che sia scontento del passo che ho fatto, di lasciare l’Italia. Ne sono felicissimo perché tocco con mano, ogni giorno di più, la necessità che questi uomini, donne e giovani, hanno di un prete amico.
Poi mi pare di essere venuto qui non a nome mio personale, ma come un rappresentante della diocesi, della Chiesa che è a Fano, di tutti voi.
Quando io lavoro e sudo, predico e sudo, battezzo e sudo, mi pare di fare tutto questo a nome vostro, perché voi mi sostenete, mi aiutate con le vostre preghiere, con l’offerta dei vostri sacrifici. Così anche voi siete dei missionari, anche voi siete, spiritualmente ma realmente, in Brasile insieme con me.
Ma adesso vorrete sapere cosa sto facendo, o meglio, o meglio cosa stiamo, voi ed io, combinando quaggiù.
Don Stefano e Don Giuliano vi avranno detto che abbiamo costruito una chiesa di terra. Una chiesa bellissima, per me è la più bella chiesa, quasi come il Duomo di Fano, perché l’hanno costruita i sacrifici e le mani degli uomini, donne e anche bambini (dovevate vederli a caricare la terra, le tegole…) della parrocchia.
L’8 dicembre in questa chiesa c’è stata la 1ª Comunione. Per un momento, durante la Messa, ho avuto una distrazione, mi pareva di essere a Fano, poi mi sono accorto che Don Stefano non c’era e che davanti a me c’erano bambini un po’ troppo neri per essere di Fano…
Adesso ci stiamo preparando per il Natale, là sarà un freddo cane, qui un caldo orribile…. Qui nel presepio bisognerebbe mettere vicino a Gesù il ventilatore e non il bue e l’asino che riscaldano col fiato…
Vi ringrazio del vostro ricordo, salutatemi tanto Don Stefano, Don Giuliano, Checco Pascucci. Auguri di buon Natale e buon anno anche alle vostre famiglie e… ricordatevi ogni tanto nelle vostre preghiere di un prete che in Brasile stanno sudando in continuazione.
Don Paolo.