Camaçari, 28 marzo 1993
Carissimi amici,
questa volta la lettera è scritta a quattro mani, con Delia. Dopo tanti anni di lavoro insieme, gli amici di uno sono diventati gli amici dell’altro e viceversa.
Siamo nel tempo di Pasqua, celebrazione della vittoria di Cristo sulla morte, sul peccato, garanzia e speranza della nostra vittoria su tante cose negative
Credo che tutti noi abbiamo bisogno di speranza, speranza malgrado la corruzione, le ingiustizie, le guerre….
Qui seguiamo le notizie italiane e, anche se è triste sapere che si scopre tanto marcio, è segno di speranza vedere che anche i politici finiscono in galera. Un giornale brasiliano si faceva questa domanda: perché in Italia i politici corrotti (almeno alcuni) finiscono in galera e in Brasile si cominciano tante inchieste e tutto continua come prima?
Anche noi abbiamo bisogno di fiducia, di speranza che qualcosa possa cambiare. A costo di ripetere le stesse cose, la situazione economica peggiora ogni giorno di più: l’inflazione è sui 26-28% al mese, il dollaro è arrivato a 27.300 (il 26.03.93) perché domani sarà sui 28.000…
In dicembre eravamo a quota 10.000. Aumenta la disoccupazione e il peggio è che non ci sono molte prospettive di miglioramento.
Senz’altro è stata positiva la destituzione del presidente della repubblica per corruzione, ma il procuratore generale diceva ultimamente che sarà praticamente impossibile che l’ex- presidente e i suoi amici siano giudicati per i loro atti illeciti e per quello che hanno rubato.
Il nuovo presidente ha destato molte speranze, ma purtroppo poco è cambiato. I politici sono sempre gli stessi e la politica è sempre la stessa.
Per tutto questo e anche per un certo riflusso nella Chiesa – sempre più preoccupata con i problemi della sacrestia, e meno con i problemi del mondo, sempre più autorità e meno serva, sempre più sicura della verità e meno ricercatrice della verità – siamo un po‘ disanimati.
Ci sono però anche segni di speranza e questi segni di speranza vengono dai laici che si impegnano per portare avanti un discorso cristiano, malgrado tutto.
Ai primi di febbraio abbiamo avuto, qui in parrocchia, corsi di preparazione per catechisti e un ritiro spirituale. Più di cento catechisti hanno partecipato dei corsi e una trentina del ritiro. Adesso abbiamo iniziato il catechismo. Abbiamo più di 1600 bambini e adolescenti che si stanno preparando al battesimo e alla prima comunione. Più di 440 giovani che si preparano alla cresima.
Nelle comunità di base, in città e nella campagna, gli animatori coordinano il culto domenicale, gli incontri di studio sulla Bibbia, le attività caritative.
Durante la Quaresima, in Brasile viene promossa la “Campagna della Fraternità”. Il tema di questo anno è sull’abitazione, per chiamare l’attenzione delle autorità e della gente sulla situazione di tanti che non hanno una casa dove abitare o hanno una casa che non è decente, degna di un essere umano. Le statistiche dicono che in Brasile abbiamo un deficit di 12 milioni di case. Anche qui a Camaçari la situazione non è diversa. Sorgono le “invasioni” – occupazioni abusive di terra per costruire un tetto. Le “favelas” si moltiplicano un po’ dappertutto.
Noi cerchiamo di essere vicini a queste persone e ogni tanto le comunità organizzano giornate di lavoro comunitario per mettere a posto la casa di persone che diversamente non potrebbero fare qualcosa. Le altre attività continuano. Il centro di ceramica, pur con tante difficoltà, va avanti e – dicono gli esperti – la qualità dei lavori migliora. Il gruppo di medicina naturale, che produce medicine usando tecniche tradizionali, lavora a pieno ritmo e sempre più riesce a interessare altri quartieri.
Da anni, a Camaçari, con l’appoggio della Parrocchia, sta funzionando un gruppo di lavandaie che si riuniscono per discutere i problemi e difendere i propri interessi. Stanno formando una associazione e hanno già elaborato una lista unificata di prezzi per la roba da lavare.
Il doposcuola – appoggiato da un gruppo di Fano – ha ripreso a funzionare dopo le vacanze estive. I risultati sono molto buoni e i ragazzi riprendono il gusto della scuola, dello studio. In una situazione di scuola che non insegna niente, il nostro doposcuola è un piccolo segno di solidarietà e di fiducia in un futuro che può essere diverso.
Per iniziativa di un gruppo di signore di una comunità di base è sorto un asilo – con una quindicina di bambini – per aiutare le donne che devono lavorare fuori casa, e offrire ai bambini una alimentazione sana.
Continuiamo a lavorare con la costruzione delle chiese e dei centri di incontro. Per noi è importante che in ogni quartiere sorgano strutture semplici che possano accogliere le comunità di base, i gruppi di catechismo, i gruppi di giovani e tutti quelli che vogliono riunirsi per attività varie.
Domenica scorsa la gente di un quartiere ha lavorato tutto il giorno per mettere una porta provvisoria e costruire un muro di protezione in una chiesa che ancora ha bisogno di altre porte, finestre, banchi.
Dovremmo costruire ancora cinque nuove strutture in altrettanti quartieri, dove attualmente la Messa viene celebrata all’ aperto e il catechismo fatto in case molto piccole.
Insomma c’è tanto lavoro ed è bello che siamo sempre in attività. Non c’è tempo per riposarsi.
Con la situazione di difficoltà economica, di disoccupazione, arrivano sempre persone da altre città alla ricerca di un lavoro nel Complesso petrolchimico – che però è in crisi. E allora vengono qui nella casa parrocchiale alla ricerca di un aiuto.
Malgrado tutto cerchiamo di essere anche per questa gente un segno di speranza.
Buona notizia confermata è che verso settembre-ottobre ci raggiungerà don Marco Presciutti da Fano.
Stiamo bene. Un caro saluto a tutti