Mi avete chiesto di benedire le installazioni della Stazione di Polizia. Altri parleranno della necessità di una sede nuova per la sicurezza pubblica, che è dovere dello Stato, diritto e responsabilità di tutti.
Voglio ricordarvi che è Dio che benedice ed egli benedice quando ci sono determinate condizioni.
Nel libro del Deuteronomio è scritto: “Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l’alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri” (Deut. 7,12).
La benedizione di Dio sarà con voi nella misura in cui voi cercherete di porvi a servizio delle persone che si rivolgono alla Stazione per un rifugio, una protezione, una soluzione; nella misura in cui vi ricorderete che il crimine è provocato dall’influenza di una società che protegge quelli che rubano molto, che ammazzano molti, ma è terribile con i piccoli ladri e i piccoli assassini.
Dio benedirà voi che lavorate in questa Stazione, nella misura in cui tutti quelli che arrivano qui si sentano trattati come uguali, come cittadini e, se ci dovesse essere una distinzione, che ci sia una preferenza per i poveri e gli emarginati. Che non si ripeta qui la distinzione tra le persone per il denaro, per il gruppo politico, per l’amicizia.
Dio benedirà quelli che lavorano in questa Stazione nella misura in cui nessuno sarà sottoposto alla tortura né a trattamento disumano e degradante, nella misura in cui sarà assicurato ai prigionieri il rispetto all’integrità fisica e morale, nella misura in cui nessuno sarà considerato colpevole fino al passaggio in giudicato della sentenza penale di condanna.
Come sacerdote, rappresentante della Chiesa cattolica, mi metto a servizio di questa Stazione, indicando gli eventuali attacchi ai diritti umani, aiutando così tutti affinché Dio continui a benedire.
Voglio concludere con un altro passaggio della Parola di Dio: “Al povero stendi la tua mano (in gesto di protezione), perché sia perfetta la tua benedizione” (Siracide 7,32).