IN FAMIGLIA 1966
10 marzo 1966
Don Paolo a Don Giovanni[1]
Carissimo Giovanni,
il giorno della tua ordinazione non potrò essere presente per importi le mani, non potrò baciarti le mani che da allora potranno stringere il Corpo e il Sangue di Cristo, che potranno assolvere… Ma non pensare che sia molto lontano: spiritualmente ti sarò molto vicino, anche se il 19 Marzo sarò occupatissimo a battezzare, a predicare in portoghese, sudando per il caldo e per lo sforzo di farmi capire dai miei parrocchiani, così poveri, spiritualmente e materialmente.
Mentre tu sarai prostrato a terra e tutta la Chiesa pregherà i santi, perché ti aiutino, pensa anche alla Chiesa che sta qui, che è radunata nella mia cappella, che assomiglia tanto alla stalla di Betlemme e che con certezza Gesù predilige, e che prega per te.
Forse le nostre preghiere saranno povere, ma sta certo che sono preghiere che Gesù ascolta, perché Gesù è sempre in mezzo a noi, qui, perché è lui che ha detto che è presente, dove ci sono i poveri, e qui ce ne sono tanti, che tu forse non puoi neppure immaginare.
Quel giorno comincerà per te una nuova vita: sarai prete per sempre; ti scrivo questo con tanta gioia perché essere prete è una cosa meravigliosa (qui si direbbe “fabulosa”); è difficile spiegare tutto questo, ma è una realtà intima che si vive: a volte ti verrà voglia di metterti a cantare e fischiare, perché non gliela farai a reprimere tanta gioia.
Certo, i sacrifici non ti mancheranno: ne sto provando tanti adesso qui in Brasile; le delusioni ci saranno sempre, ma tu sai che potrai presentare queste pene ogni giorno sull’altare del Dio che è la fonte della nostra gioia, e questo stesso Dio le trasformerà nel corpo e nel sangue di suo Figlio, che, distribuiti, potranno rivoluzionare il mondo.
Adesso saremo fratelli anche nel sacerdozio e questo ci unirà ancora di più, anche se adesso il nostro posto di lavoro è distante 8000 km.
Vorrei dire tante altre cose: ma potrebbe sembrare che ti voglia fare una predica, ma per questo basterà quella di Don Micci. Ti faccio tanti auguri di essere un prete santo. Ti bacio le mani consacrate e ti prego di benedirmi.
Don Paolo
[1] Questa lettera di Don Paolo a suo fratello Don Giovanni, non è stata inviata al destinatario ma a Don Stefano, per essere pubblicata su “In famiglia”, in occasione della sua ordinazione presbiterale, il 19 marzo 1966 nella Cattedrale di Fano.